I luoghi per le Vostre esplorazioni
Natura e paesaggio
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Natura incontaminata e generosa.
La Masseria La Camardia è adagiata, senza essere invadente, nella bellissima campagna savese dove è tutto un immergersi fra odori, sapori, colori, forme, silenzi. Quel silenzio in cui la mente si acquieta, annulla ogni dimensione spazio temporale, generandone una nuova, una dimensione profonda e sottile per connettersi con il tutto. Un silenzio che ha la sua chiassosa eloquenza. Una magia che coinvolge nell’ intimo più profondo e rapisce, fa entrare nell’armonia delle cose e permette di ascoltare le voci della Natura. Sensazioni balsamiche di benessere con un unico desiderio, quello di trattenerne il ricordo il più a lungo possibile. I grandi spazi agevolano il vagabondare anche stando fermi, qui l’ozio perde il suo significato: diventa osservare, pensare, ascoltare, comunicare, stupirsi, emozionarsi, riempirsi di ricordi. La Natura qui ha una sua poesia che non si può commentare per non intaccarne la purezza, la simbiosi con l’uomo le permette di cambiare nelle stagioni volto, rinnovandosi, attraverso ritmi lenti e gesti ripetitivi, sinonimo di grande dinamismo. Ulivi secolari, vitigni a perdita d’occhio, mandorli, querce, ficheti, orti stagionali, frutteti, macchia selvatica disseminano la campagna disegnando armoniche geometrie.
L'anima e l'architettura del paesaggio.
Desiderio di bellezza.
Qui il paesaggio porta in sé i segni di una cultura del costruire povera, tradizionale e spontanea; tufo e pietra calcarea hanno lentamente modellato una antica bellezza. Tutto fa parte della stessa Armonia: il silenzio, la lentezza, la bellezza. Quella stessa Armonia che è l’essenza di questa Terra che affascina ed attrae per la poliedricità del suo essere. Dimore agricole dalla disarmante semplicità che l’uomo ha costruito senza essere invadente, luoghi di pace, di riposo e di lavoro, di rifugio. Nello stesso paesaggio lo scandire del tempo dato dalla ritualità della vita quotidiana: presenze ed assenze, lavoro e riposo, luci ed ombre secondo ritmi che si ripetono da sempre. E’ il paesaggio la scena di teatro che si apre agli occhi di chi lo osserva e lo vive, lo costruisce, lo preserva e lo ammira per compiacersene. E’ il paesaggio lo spazio in cui si può leggere il tempo, la storia e l’esistenza dell’uomo, trascorsa e possibile, lo spazio che l’uomo condivide, interagendo rispettosamente e sostenibilmente, con gli animali e le piante. Nel paesaggio angoli segreti ed antichi passaggi, simboli di un passato che resiste e che il tempo non sfiora, architetture semplici dalle mura bianco calce su cui, come tela, prendono forma cose e consistenza colori. Inghiottite a volte dalla vegetazione, o in simbiosi con essa, strutture scavate nel banco roccioso sono testimonianze di quella civiltà rupestre che riavvolge la storia dell’uomo e dei luoghi in un tempo lontano e lontanissimo. Gravine, case-grotta, cripte con raffigurazioni antiche e suggestive, contribuiscono a definire uno spazio senza tempo, dal fascino antico, magico e ipnotico, uno scenario di grande suggestione in cui l’uomo e la natura hanno creato le loro meravigliose opere. Tanta sublime bellezza rapisce chi la osserva, se ne bea e non se ne libera più, diventandone memoria.
